I Disturbi Specifici dell’Apprendimento

Negli ultimi anni, la letteratura sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), dalla narrativa alla saggistica, è cresciuta esponenzialmente. L’immagine che ci restituisce nel complesso, sintetizzata in poche righe, è quella di una “categoria di allievi” dalle prestazioni altalenanti a causa di deficit nelle strumentalità di base. A seconda del contesto di riferimento e della sensibilità degli autori, i DSA vengono definiti come disturbi, difficoltà, condizioni, disabilità, caratteristiche, neurodiversità e doni.

Sui DSA circolano, soprattutto in rete, un sacco di notizie infondate, di approssimazioni, di vere e proprie “fake news”, prive di fondatezza scientifica. Nelle prossime righe cercherò di darti alcune informazioni utili per comprendere i DSA e promuovere una didattica attenta ed inclusiva.

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono disturbi neurobiologici, che riguardano solo specifiche aree di apprendimento (lettura, scrittura e calcolo) senza compromettere l’intelligenza generale. Questi disturbi tendono ad essere presenti contemporaneamente nello studente e a persistere nel tempo.

I DSA sono classificati in relazione alla funzione deficitaria.

Quelli riconosciuti sono: la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia.

Indipendentemente dalla funzione compromessa, i disturbi specifici presentano tratti comuni:

  1. Carattere evolutivo;
  2. La diversa espressività del disturbo nelle diverse fasi evolutive dell’abilità in questione;
  3. La costante associazione ad altri disturbi;
  4. Il carattere neurobiologico delle anomalie processuali che caratterizzano i DSA;
  5. Impatto significativo e negativo per l’adattamento scolastico e/o per le attività di vita quotidiana.

Quando viene effettuata la diagnosi di DSA?

Per effettuare una diagnosi accurata bisogna aspettare che il bambino arrivi al terzo anno di scuola primaria, ossia quando termina il normale processo d’insegnamento delle abilità di lettura, di scrittura (fine seconda primaria) e di calcolo (terza primaria).

Il processo diagnostico prevede che vengano rilevati innanzitutto i criteri di inclusione alla prima ipotesi diagnostica, poi ulteriormente approfondita con valutazioni di qualifica funzionale del disturbo.

IL PRINCIPALE CRITERIO per stabilire la diagnosi di DSA è quello della DISCREPANZA, cioè uno scarto significativo tra le abilità intellettive (Quoziente Intellettivo nella norma) e le abilità nella scrittura, lettura e calcolo (deficitarie).

Le direttive diagnostiche stabiliscono che per procedere alla diagnosi di un DSA debbano essere soddisfatti cinque criteri:

  1. gravità: le abilità scolastiche devono essere compromesse in misura significativa e non regredire in seguito ad un aumento dell’aiuto offerto a casa o a scuola;
  2. specificità: la compromissione non deve essere attribuibile a un ritardo mentale; il livello di apprendimento deve essere inferiore a quello atteso per l’età mentale;
  3. precocità della comparsa: il disturbo deve manifestarsi sin dai primi anni di scolarizzazione e non in periodi successivi;
  4. assenza di fattori esterni quali importanti irregolarità nella frequenza scolastica o istruzione «grossolanamente inadeguata»;
  5. assenza di deficit sensoriali che possano essere direttamente connessi alle difficoltà.

Le diagnosi sono accettate dalla scuola se:

  1. Riportano in modo chiaro la dicitura di dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia, oppure i relativi codici ICD 10 (F81.0, F81.1, F81.2, F81.3).
  2. Sono state rilasciate dalle Ulss o dai centri accreditati dalle Regioni.

N.B. Sono considerate valide le diagnosi antecedenti alla L.170/2010 che hanno la dicitura: “Disturbo specifico dell’apprendimento” (anche se rilasciate da enti privati non accreditati).

Scuola dell’infanzia

Già nella scuola dell’infanzia, ci possono essere segnali che possono far pensare ad una ipotesi di evoluzione di DSA. Non si può parlare ancora di Disturbo Specifico, ma è possibile individuare alcuni segni indicatori di successive difficoltà di apprendimento.

Sintomi precoci

  1. Ritardo nel linguaggio
  2. Confusione delle parole che hanno una pronuncia simile
  3. Difficoltà di espressione
  4. Difficoltà di identificare le lettere
  5. Difficoltà a identificare i suoni associati alle lettere
  6. Familiarità per quanto concerne problemi di lettura e scrittura

Nelle Linee Guida 12/07/2011 si precisa che per individuare un alunno con un potenziale DSA può bastare, almeno in una prima fase, l’osservazione delle prestazioni nei vari ambiti di apprendimento (lettura, scrittura, calcolo, ecc.).

Nelle indicazioni elaborate dalla Consencus Conference si precisa che gli SCREENING andrebbero condotti all’inizio dell’ULTIMO ANNO della scuola dell’infanzia con la consulenza di professionisti della salute. Sulla base degli esiti rilevati si procede con attività didattiche mirate (POTENZIAMENTO). Qualora si registrasse una permanenza si tali difficoltà è opportuna una segnalazione hai servizi.

Scuola primaria

Alla scuola primaria è opportuno che i docenti realizzino delle osservazioni sistematiche e periodiche delle competenze di lettura, scrittura e calcolo finalizzate alla realizzazione di attività di potenziamento. Al termine del primo anno devono essere segnalati ai genitori i bambini che presentano una o più di queste caratteristiche:

  1. Difficoltà nell’associazione grafema-fonema e/o fonema-grafema
  2. Mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura
  3. Eccessiva lentezza nella lettura e nella scrittura
  4. Incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo
  5. Mancato riconoscimento di piccole quantità
  6. Difficoltà nella scrittura di numeri entro il dieci
  7. Difficoltà nel calcolo orale entro la decina anche con supporto concreto

DSA presentano un’elevata variabilità clinica, in altre parole non esistono studenti con la stessa identica forma di disturbo specifico dell’apprendimento.

Cosa fare se si ha il sospetto di un DSA in classe?

Come indicato dalla L. 170/2010, la scuola ha il compito di attivare SISTEMI DI RILEVAZIONE PRECOCE, che non costituiscono diagnosi. Gli insegnanti somministrano prove, concordate con degli esperti del territorio, all’ultimo anno della scuola dell’infanzia, al primo e al secondo anno della scuola primaria.

Di fronte ad un caso sospetto di DSA la scuola deve attivare forme volte ad UN RECUPERO DIDATTICO MIRATO, sole se queste difficoltà persistono, sarà necessario consigliare alla famiglia di RIVOLGERSI AD UNO SPECIALISTA, al fine di avviare il percorso per la diagnosi ai sensi dell’art. 3 della L. 170/2010.

In sintesi, il percorso prevede le seguenti tappe:

  1. Gli insegnanti comunicano i loro sospetti alla famiglia e invitano la stessa a fare una visita specialistica. Si ricorda che la diagnosi può essere effettuata solo dalle équipe delle strutture pubbliche (ULSS) e dalle strutture accreditate dalla Regione.
  2. La famiglia si rivolge al medico (o al pediatra) e richiede un’impegnativa per una visita ai sensi della L.170/2010.
  3. I genitori con l’impegnativa prenotano la visita presso i servizi territoriali di competenza. Qualora venissero confermate le difficoltà dello studente, lo specialista rilascerà una diagnosi che dovrà essere presentata alla segreteria della scuola con una lettera di accompagnamento (in 2 copie) per il protocollo. Il numero di protocollo deve essere messo sia sulla copia che viene depositata, sia su quella che resterà in possesso della famiglia.
  4. Gli insegnanti e la famiglia si trovano per redigere il Piano Didattico Personalizzato (PDP), che verrà costantemente monitorato per verificare l’efficacia delle misure in esso adottate.

Lo schema, tratto dalle Linee Guida, sintetizza le varie fasi, previste dalla Legge, che vedono coinvolte la scuola, le famiglie e i servizi.

In base alla legislazione attuale, gli studenti con DSA hanno diritto all’insegnante di sostegno, solo nel caso in cui siano certificati ai sensi della L. 104/92. Se hanno solo la DIAGNOSI DI DSA non hanno diritto all’insegnante di sostegno.

DSA non ancora riconosciuti

Sono stati individuati altri DSA, ma non tutti gli studiosi sono concordi nel loro riconoscimento.

Di seguito proponiamo un breve accenno.

  • Il disturbo di comprensione del testo, che consiste in una difficoltà a cogliere in modo adeguato il significato di un brano scritto, imputabile non a una lettura stentata, ma ai processi di alto livello.
  • Il disturbo di espressione scritta, caratterizzato da difficoltà a produrre un testo coerente, lessicalmente appropriato, sintatticamente e ortograficamente corretto.
  • Il disturbo di soluzione dei problemi matematici, contrassegnato da difficoltà nella soluzione dei problemi matematici.
  • Il disturbo non-verbale dell’apprendimento (NLD o DANV), contraddistinto da carenze specifiche in compiti di natura non-verbale, soprattutto visuo-spaziali, associate a prestazioni sufficienti in compiti verbali.

Prime indicazioni su come intervenire a scuola

L’intervento e le metodologie didattiche da attuare dipendono da molti fattori per cui è impossibile dare una risposta esaustiva che sia universalmente valida. Si possono fornire, però, indicazioni basilari adattabili alle diverse situazioni.

Strategie didattiche generali

  • Parlare e sensibilizzare al tema della diversità;
  • Preferire metodologie a carattere operativo;
  • Usare mediatori didattici;
  • Promuovere gli strumenti tecnologici in classe.

STRUMENTI COMPENSATIVI

Gli strumenti compensativi sono qualsiasi prodotto, attrezzatura o sistema tecnologico, in grado di bilanciare un’eventuale disabilità o disturbo, riducendo gli effetti negativi.

All’interno del concetto di strumenti compensativi si distinguono:

  1. Le strategie compensative che rappresentano l’insieme di procedimenti, espedienti, stili di lavoro o di apprendimento che possono ridurre, se non superare, i limiti della disabilità o del disturbo.
  2. Le tecnologie compensative per i DSA sono rappresentate sostanzialmente dal computer e dai sistemi di registrazione-riproduzione della voce.

Perché le tecnologie siano davvero efficaci come strumento compensativo è necessario che l’allievo sviluppi una competenza compensativa.

In certi casi, per quanto riguarda le misure compensative la scuola ha un atteggiamento ostruzionistico, ma quello più diffuso sembra di tipo “dispensativo”, che si limita a lasciar usare questi strumenti senza un reale coinvolgimento negli aspetti educativi e formativi.

Gli insegnanti devono CONSENTIRE L’USO degli strumenti compensativi e svolgere un RUOLO ATTIVO, proponendo percorsi guidati finalizzati allo sviluppo dell’autonomia.

Lo studente NON HA necessariamente bisogno di tutti gli strumenti compensativi e quelli che vengono scelti vanno sempre ADATTATI alle sue caratteristiche.

È importante preparare TUTTA LA CLASSE all’introduzione degli strumenti compensativi, per evitare che gli stessi diventino marcatori di differenza o che vangano percepiti come delle facilitazioni. La migliore strategia è quella di consentire a tutta la classe la possibilità di utilizzare gli strumenti compensativi, dando a ciascuno ciò di cui a bisogno.

Un ottimo momento per cominciare il percorso di compensazione è al 4-5 anno della scuola primaria.

Si consiglia agli insegnanti di scaricare i programmi gratuiti e di provare ad utilizzarli prima di presentarli agli studenti.

MISURE DISPENSATIVE

Le MISURE DISPENSATIVE rappresentano una presa d’atto della situazione e hanno lo scopo di evitare, con un’adeguata azione di tutela, che il disturbo possa comportare un generale insuccesso scolastico con ricadute personali, anche gravi.

Queste misure NON RAPPRESENTANO MAI UNA SOLUZIONE ai problemi degli alunni con DSA, ma semplicemente il riconoscimento e l’accettazione dei loro limiti.

Dispensare dalla lingua straniera

Nel Decreto Ministeriale del 12 luglio 2011, n.5669 si precisa che è possibile prevedere la dispensa dalle prove scritte in lingua straniera in corso d’anno scolastico e in sede di esami di Stato, solo nel caso in cui si verifichino tre condizioni:

  1. Certificazione di Dsa con esplicita richiesta di dispensa dalla prove scritte;
  2. Richiesta di dispensa dalle prove scritte presentata dalla famiglia o dall’allievo (se maggiorenne);
  3. Approvazione da parte del Consiglio di Classe tenendo conto delle valutazioni diagnostiche e sulle risultanze degli interventi di natura pedagogico-didattica.

La dispensa dalle prove scritte può essere compensata in altre forme (normalmente con l’orale) e non compromette la validità del titolo di studio. Diversamente, l’esonero dallo studio di una lingua decreta la perdita di validità del titolo di studio.

MAPPE

La mappa è una rappresentazione grafica di concetti espressi in forma sintetica (parole-concetto) all’interno di una forma geometrica (nodo) e collegati fra loro da linee (frecce) che esplicitano la relazione attraverso parole legame.

L’attività di elaborazione di una mappa facilita la comprensione del testo e la memorizzazione del suo contenuto, in quanto i concetti espressi sono stati discussi, scelti e collegati dallo studente in base ad una sua logica di ragionamento che gli permette di apprendere secondo un collegamento a rete e non attraverso una giustapposizione meccanica a memoria.

Le mappe concettuali vengono solitamente distinte in tre tipologie:

  1. Mappe Cognitive sono la rappresentazione grafica dell’insieme di concetti, esempi e descrizioni riferiti ad un dato campo di conoscenza e collegati fra loro;
  2. Mappe Mentali sono la rappresentazione grafica di una successione di idee costruita attraverso relazioni logico-associative e utilizzando criteri; determinati dalla soggettività e, in particolare, dalla creatività dell’autore;
  3. Mappe Strutturate rappresentano arre di conoscenza assimilate e strutturate dal soggetto, ma in una dimensione di valenza oggettiva.

Di seguito vengono presentati quattro prodotti gratuiti per realizzare mappe concettuali con il computer.

CMAP TOOLS

CmapTools è un programma che crea mappe concettuali con pochi click. L’interfaccia è in inglese, ma è molto intuitivo e facile da usare. Si scarica gratuitamente dal sito del produttore http://cmap.ihmc.us/download/ .

Esiste il manuale di utilizzo in lingua italiana scaricabile al link: http://www.2wmaps.com/GuidaCmapTools/

Text2Mindmap

Text2MindMap è un’applicazione web che consente di creare mappe mentali. Con l’ausilio di un piccolo editor si digita una lista con titoli e rientri, e si genera la mappa mentale che converte la lista immessa con un semplice click. Le mappe così ottenute possono essere scaricate come file immagine JPG. Text2MindMap è un servizio assolutamente gratuito che non richiede registrazione.
Il sito è: http://www.text2mindmap.com/

Bubbl.us

Bubbl.us è un’applicazione scritta in flash che serve per creare mappe. Il software permette, una volta registrati, di salvare i propri lavori e riaprirli successivamente. Si utilizza direttamente online nel sito: https://bubbl.us/

Dislessia

  • Soffermarsi sui fonemi più complessi;
  • Programmare i momenti di lettura ad alta voce;
  • Privilegiare la lettura ad alta voce di testi brevi;
  • Dispensare dalla lettura ad alta voce in classe (in caso di palese difficoltà);
  • Dispensare dalla copiatura dalla lavagna;
  • Consentire l’uso del computer e degli strumenti compensativi;
  • Valutare se sia necessario ridurre il carico di compiti per casa.

Ogni attività in grado di aumentare la quantità del materiale letto produce effetti positivi.

Disgrafia

  • Consentire l’uso dello STAMPATO MAIUSCOLO (se diventa un facilitatore);
  • Evitare la scrittura veloce sotto dettatura;
  • Evitare di punire lavori “apparentemente” poco curati e di mettere in rilievo la brutta grafia;
  • Ridurre o evitare il lavoro di copiatura fornendo direttamente il testo;
  • Consentire l’uso di un programma di videoscrittura;
  • Consentire allo studente di registrare i compiti per casa e il momento dedicato al riassunto della lezione;
  • Privilegiare interrogazioni orali o test a risposta multipla;
  • Valutare se sia necessario ridurre il carico di compiti per casa.

Disortografia

  • Valutare il contenuto e non l’ortografia;
  • Consentire l’uso di un programma di videoscrittura;
  • Ridurre il lavoro di copiatura fornendo il testo;
  • Evitare la scrittura veloce sotto dettatura;
  • Privilegiare interrogazioni orali o test a risposta multipla;
  • Consentire allo studente di registrare i compiti per casa e il momento dedicato al riassunto dell’argomento trattato;
  • Valutare se sia necessario ridurre il carico di compiti per casa.

Discalculia

  • Evitare di far ripetere gli esercizi in cui si è commesso un errore per impedire che lo stesso diventi automatico;
  • Evitare il sovraccarico cognitivo permettendo di utilizzare degli strumenti nello svolgimento del compito;
  • Proporre esperienze concrete e/o rappresentate visivamente;
  • Non insistere sulla memorizzazione delle tabelline.

Strategie didattiche specifiche

Si ricorda che la “didattica adatta per DSA” è funzionale a tutti gli studenti della classe.

Scuola dell’infanzia

  • Usare metodologie a carattere operativo;
  • Stimolare l’espressione attraverso linguaggi diversificati;
  • Narrare, leggere e inventare storie;
  • Costruire libri;
  • Proporre giochi linguistici per migliorare la competenza fonologica e metafonologica;
  • Proporre esercizi con sperimentazione corporale;
  • Insegnare a distinguere tra grandezza degli oggetti e numerosità degli stessi;
  • Attività di stima di piccole numerosità e di confronto di quantità sono da reiterare fino a che il bambino non le coglie a colpo d’occhio;
  • Uso del conteggio in situazioni concrete.

Scuola primaria

  • Evitare l’uso del metodo globale, a favore del metodo fono-sillabico;
  • Iniziare con lo STAMPATO MAIUSCOLO;
  • Evitare di presentare più caratteri contemporaneamente;
  • Iniziare con sillabe semplici, scegliendo all’inizio le consonanti continue (m-n-f-v-r-l);
  • Soffermarsi per tempi più lunghi su fonemi graficamente complessi, dare istruzioni su come si impugna la penna, indicando il movimento che la mano deve compiere, la direzione del gesto, precisando la dimensione delle lettere rispetto allo spazio nel foglio;
  • Eseguire quotidianamente attività fonologiche nella prima e seconda classe: individuazione del fonema iniziale o finale o intermedio di parole; analisi fonetica; fusione fonemica; composizione di parole bisillabe; associazione fonema/grafema con associazione di lettere e immagini; conteggio di fonemi; raggruppamento di immagini il cui nome inizia o finisce con lo stesso suono;
  • Valutare gli elaborati scritti per il contenuto, senza insistere sugli errori ortografici;
  • Dare tempi più lunghi o ridurre il materiale;
  • Controllare che siano stati riportati i compiti nel diario.

Scuola Secondaria

  • Richiedere la lettura silente;
  • Evitare di far prendere appunti, ricopiare testi o espressioni matematiche;
  • Insegnare a sfruttare la tecnologia testuale;
  • Puntare sulla didattica metacognitiva e lavorare con gli studenti sulle abilità di studio, sulle tecniche del prendere appunti, sulla preparazione di mappe e/o di schemi, sulle sottolineature;
  • Evitare l’uso del vocabolario cartaceo, ipotizzare l’impiego di uno digitale;
  • Fornire una scaletta degli argomenti e sottoargomenti per orientare l’ascolto e fissare i punti più salienti dell’argomento trattato;
  • Operare semplificazioni del testo;
  • Evitare di consegnare del materiale scritto a mano e prediligere quello stampato o digitale;
  • Ripetere sempre quanto è stato spiegato nelle lezioni precedenti;
  • Incoraggiare l’uso di schemi, tracce, uso di parole chiave per favorire l’apprendimento e sviluppare la comunicazione e l’ascolto;
  • Far verbalizzare ai ragazzi tra di loro i diversi metodi che ognuno utilizza per prepararsi, per stare attento, per studiare;
  • Lavorare sul problem solving;
  • Concordare le interrogazioni e preparare un’interrogazione adottando delle tecniche di simulazione;
  • Valutare gli elaborati scritti per il contenuto, senza insistere sugli errori ortografici;
  • Dare tempi più lunghi o ridurre il materiale.

LINGUE STRANIERE

  • Privilegiare lo studio orale delle lingue straniere con la possibilità di utilizzare qualsiasi supporto (ad esempio, traduttori automatici) nello scritto;
  • Consegnare il testo scritto da leggere alcuni giorni prima;
  • Negli esercizi fornire l’esempio;
  • Evitare lo studio mnemonico di parole e dati, soprattutto se in successione cronologica.

Accorgimenti per l’elaborazione di schede didattiche o testi semplificati

  • Usare lo stampato maiuscolo;
  • Non giustificare il testo;
  • Non dividere le parole per andare a capo;
  • Usare font senza grazie (Arial, Calibri, Georgia, Tahoma);
  • Usare il carattere a dimensione pari o superiore a 14;
  • Usare interlinea 1,5;
  • Usare il grassetto per evidenziare le parole chiave;
  • Utilizzare forme attive e il modo indicativo.

Il Piano Didattico Personalizzato

Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) è un documento che riporta l’elenco degli strumenti compensativi e dispensativi adottati nelle diverse discipline scolastiche, oltre alle modalità di verifica e di valutazione a cui gli insegnanti si devono attenere.

La stesura del PDP è un atto dovuto per gli alunni con diagnosi di DSA. Viene redatto all’INIZIO DI OGNI ANNO scolastico, entro i PRIMI DUE MESI per gli studenti già segnalati, dal team dei docenti.

L’iter da seguire per redigere questo documento prevede:

  1. Deposito della diagnosi in segreteria, protocollo ed archiviazione nel fascicolo personale dell’alunno;
  2. Acquisizione della diagnosi da parte dei docenti e incontro con la famiglia e il referente DSA (o il Dirigente Scolastico) per raccogliere informazioni e ipotizzare le soluzioni più funzionali al caso specifico;
  3. Stesura del documento.

Il PDP, reperibile nel sito del Comprensivo, deve contenere ALMENO i seguenti punti:

  1. Dati anagrafici dell’alunno;
  2. Tipologia del disturbo;
  3. Attività didattica individualizzate;
  4. Attività didattiche personalizzate;
  5. Strumenti compensativi utilizzati;
  6. Misure dispensative adottate;
  7. Forme di verifica e valutazione personalizzate.

Redatto il PDP, lo stesso dovrà essere sottoscritto dalla famiglia che ne tratterrà una copia. La famiglia potrà decidere di non rendere note le difficoltà del figlio alla classe o potrà rifiutare l’adozione del PDP, ma in questo caso dovrà presentare una dichiarazione scritta di tale rifiuto, per assumersi la responsabilità di un eventuale insuccesso formativo del figlio.

Il PDP, come abbiamo visto, è custodito nel fascicolo personale dell’alunno e diventa il documento di riferimento per gli anni successivi fino all’Esame di Stato. È comunque possibile apportare delle modifiche in itinere qualora ce ne fosse la necessità.

Si ricorda che la diagnosi di DSA rientra nei dati sensibili secondo la normativa sulla privacy, quindi, senza l’autorizzazione della famiglia, questa condizione NON PUÒ ESSERE RESA NOTA, a meno che non sia lo stesso alunno a farlo. È cosa importante informare della situazione tutti i docenti del Consiglio di Classe, affinché si comportino in maniera adeguata rispettando l’obbligo della riservatezza e della privacy.