Dislessia

La dislessia OSTACOLA la capacità di rendere automatica la corrispondenza fra segni e suoni (attività di decodifica) in un individuo dotato di una normale intelligenza, senza problemi fisici e psicologici, che ha avuto adeguate opportunità di apprendimento.

La dislessia è CARATTERIZZATA da un DEFICIT NELLA VELOCITÀ e NELL’ACCURATEZZA della lettura.

Il soggetto dislessico può leggere e scrivere, ma lo fa in modo non automatico, impiegando al massimo le sue capacità ed energie. Perciò si stanca rapidamente, rimane indietro e commette molti errori.

La dislessia

NON è una difficoltà di comprensione del testo
NON è un deficit intellettivo
NON è un ritardo di apprendimento
NON è un atteggiamento
NON è scarso impegno

Nelle indicazioni elaborate dalla Consensus Conference viene escluso il parametro della comprensione tra i criteri da utilizzare per porre diagnosi di dislessia. Si considera le -2ds (deviazioni standard) per la velocità di lettura e al di sotto del 5° percentile per l’accuratezza.

L’età minima in cui è possibile effettuare la diagnosi coincide con la fine del 2 anno di scuola primaria, dal momento che questa età coincide con il completamento del ciclo di insegnamento della letto-scrittura. Tuttavia già alla fine del 1 anno è possibile individuare bambini con profili funzionali così compromessi che appare possibile e anche utile formulare una ragionevole ipotesi diagnostica di dislessia evolutiva.

Le difficoltà specifiche dell’alunno dislessico, sono molteplici, tuttavia si possono ricondurre a due grandi tipologie di compromissioni:

Le ricerche relative all’evoluzione della dislessia nelle lingue trasparenti (sistemi ortografici con elevato grado di regolarità) riportano che la velocità di lettura tende a crescere con gli anni di scolarizzazione, ma la prestazione rimane lontana rispetto a quella dei loro coetanei, mentre per l’accuratezza, con il passare del tempo, tende ad avvicinarsi mostrando una riduzione delle differenze rispetto ai pari. Le ricerche italiane hanno mostrato che i ragazzi dislessici presentano una velocità di lettura pari a circa la metà rispetto ai bambini senza difficoltà.

Esistono diversi modelli che analizzano il processo di lettura e attraverso i quali viene studiata e definita la dislessia. Uno dei più noti è il modello a due vie di Harris e Coltheart secondo il quale il processo di lettura può avvenire tramite due distinti percorsi di elaborazione dell’informazione:
1. La via fonologica, che funziona mediante la trasformazione di ogni segno grafico nel suono ad esso corrispondente;
2. La via diretta, che porta al riconoscimento immediato della parola scritta sulla base del suo aspetto visivo.

La via fonologica consente la lettura di parole regolari, nuove, rare o inesistenti, mentre la via diretta presiede alla lettura di parole note, irregolari, con ambiguità nell’accento, alla comprensione del significato e alla scrittura di quelle parole che hanno lo stesso suono, ma si scrivono in modo diverso (omofone, ma non omografe).
In alcuni disturbi di lettura sarebbe compromesso il corretto funzionamento della via fonologica (dislessia fonologica), in altri quello della via diretta (dislessia superficiale).

Il modello di Bakker invece distingue tra:
1. Dislessia di tipo L (dislessia linguistica), legata all’uso del linguaggio e dell’emisfero cerebrale sinistro, in cui la lettura è abbastanza rapida, ma decisamente scorretta;
2. Dislessia di tipo P (dislessia percettiva), legata all’elaborazione dell’informazione visiva e all’attività dell’emisfero destro, per cui l’aspetto maggiormente problematico è quello relativo alla correttezza nella lettura.

COMPENSARE LE DIFFICOLTÀ DI LETTURA

La dislessia ostacola l’attività di decodifica, che spesso risulta imprecisa, inespressiva e poco funzionale alla comprensione del testo in questione.

Questa difficoltà può essere compensata attraverso due sistemi:

  1. La lettura con SINTESI VOCALE
  2. La lettura con LA VOCE UMANA

LETTURA CON SINTESI VOCALE

Il sintetizzatore vocale, è un programma che permette allo studente di leggere una discreta quantità di documenti senza dipendere dagli altri. Questo strumento trasforma il testo scritto (PDF, DOC, ecc.) in un testo audio.
Non è un surrogato di un lettore “in carne e ossa”, ma un MODO ALTERNATIVO di accedere al testo scritto. La sintesi legge male, perché legge senza capire nulla di quello che sta leggendo. Per superare questo limite è necessario sfruttare adeguatamente la componente visiva della pagina (iconografia, informazioni paratestuali, ecc.) e utilizzarla IN MODO ATTIVO. Con il tempo il lettore impara a integrare le informazioni ottenute sia attraverso il canale uditivo, sia attraverso quello visivo.
È opportuno avviare l’alunno dislessico ad un primo uso della sintesi vocale già dalla scuola primaria (senza rinunciare alla lettura tradizionale) attraverso prodotti gratuiti, perché consentono un avvicinamento graduale (che può coinvolgere anche tutta la classe) senza spese economiche.

LA LETTURA CON LA VOCE UMANA

La lettura con voce umana può avvenire o attraverso una persona fisicamente presente e disponibile, oppure mediante un prodotto realizzato appositamente da qualcuno come nel caso degli audiolibri.

L’AUDIOLIBRO e il libro parlato sono libri letti da un lettore che vengono registrati e poi distribuiti su CD o su file MP3.

PROGRAMMI PER GESTIRE I LIBRI DIGITALI

Il LIBRO DIGITALE è la versione digitalizzata, solitamente in formato PDF, della versione cartacea di un libro. Il PDF rappresenta per i DSA un’ottima soluzione perché la pagina visualizzata è identica alla versione stampata, sia nel contenuto, sia nell’aspetto grafico. Consente di integrare informazioni sonore con quelle visive.

Il suo “corretto” utilizzo richiede del tempo e pratica. All’inizio, il libro digitale non sostituisce quello cartaceo che va tenuto aperto sul tavolo e consultato. È consigliato applicare la sintesi a brevi porzioni di testo e abituare gli studenti a concentrarsi sul video seguendo il flusso della lettura che viene evidenziato.

NON SEMPRE È POSSIBILE AVERE A DISPOSIZIONE I FILE PDF, per cui capita di doverli acquisire direttamente dal formato cartaceo usando uno SCANNER e un programma di riconoscimento, chiamato OCR in grado di riconoscere i caratteri tipografici e convertirli in formato digitale.